Pressione Fiscale in Svizzera: un’analisi comparata

Riporto una sintesi dell’ultima indagine sulla fiscalità in Svizzera comparata con il resto del mondo, dell’istituto di ricerca renano BAK Basel Economics (BAKBASEL) e del Centro di ricerca economica europea (ZEW) di Mannheim (D), pubblicata oggi e relativa al 2011.

Gli economisti hanno paragonato la pressione fiscale sia sulle imprese sia sui redditi del personale altamente qualificato di oltre 80 località di paesi industrializzati. Il calcolo comprende tutti i tipi di tasse, tradotti nell’aliquota media effettiva (EATR, effective average tax rate). In Svizzera gli studiosi hanno considerato i capoluoghi di 17 cantoni, tra cui figura il Ticino ma non i Grigioni. All’estero è stata considerata la capitale economica o il valore mediano di vari centri.

La Confederazione continua ad essere fiscalmente molto attrattiva per aziende e alti redditi nel raffronto internazionale e gode, nell’attuale contesto di crisi, di ottime carte per profilarsi ulteriormente. Oltre ai noti paradisi della Svizzera centrale – Nidvaldo, Obvaldo, Svitto e Zugo, in posizione eccellente – anche cantoni con grossi centri urbani come Zurigo, Berna e Basile Città sono “internazionalmente competitivi”.

Considerando la pressione fiscale tanto sulle aziende quanto sul personale altamente qualificato, solo Hong Kong risulta – nettamente – meno onerosa di Nidvaldo, Obvaldo, Svitto e Zugo. Subito dopo si piazzano Appenzello Esterno e Glarona. In Europa occidentale è abbastanza concorrenziale anche l’Irlanda, dove però il prelievo fiscale sugli alti salari è considerevole. La fotografia della situazione, scattata nel terzo anno dallo scoppio della crisi finanziaria ed economica, indica che la Svizzera gode di un’ottima posizione di partenza per profilarsi anche in futuro, si legge in una nota. A maggior ragione se si considera che competitivi sono anche i cantoni con centri metropolitani.

Sciaffusa e San Gallo presentano una fiscalità delle imprese particolarmente attrattiva, analoga a quella di Irlanda e Singapore, che in più presenta l’aliquota più bassa per gli alti redditi (solo l’11,3% per 100’000 euro). L’EATR per le imprese è del 9,7% a Hong Kong (record inferiore), che è seguita da Nidvaldo (10,6%) e Appenzello Esterno (10,8%). Il Ticino presenta un 18,3% e Ginevra un 21,5%, il dato più elevato nella Confederazione. In assoluto le imprese sono più tassate a Miami (Florida, Usa): 34,7%.

Per un reddito disponibile di 100’000 euro un quadro versa al fisco l’11,3% a Singapore (record inferiore), il 16,1% a Hong Kong, il 23,7% a Zugo e il 23,8% a Svitto. A Bellinzona nelle casse pubbliche parte il 34,4% e a Liestal (BL) il 37,4% (dato più elevato nella Confederazione). La fiscalità più pesante per gli alti redditi è risultata quella belga: 57,0%. Nei paesi confinati il fisco è particolarmente pesante. Ad esempio in Italia, il prelievo sugli alti redditi è in media del 66% più elevato che in Svizzera; in Francia l’imposizione delle imprese risulta mediamente doppia.

Rispetto a un’indagine analoga del 2009, in molti cantoni l’attrattiva fiscale è aumentata. Questa evoluzione riguarda in particolare Lucerna, Glarona, Svitto, Nidvaldo, Basilea Città, Berna e San Gallo.

All’estero vi sono state evoluzioni divergenti. L’imposizione delle imprese è diminuita – ma rimane molto forte – in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti; è invece cresciuta significativamente in Finlandia e in alcuni Länder tedeschi. La tassazione degli alti redditi si è ridotta in Ungheria ed è invece progredita considerevolmente in Gran Bretagna, Irlanda e Repubblica Ceca. Stando a BAKBASEL e ZEW la buona situazione in Svizzera è dovuta alla concorrenza fiscale intercantonale e alla democrazia diretta, due fattori che impongono disciplina nella politica finanziaria.

Luca Giusti
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